24/07/2019

La società dell’accidia. Alla ricerca del desiderio e della felicità perduti

Ed. Sant’Antonio 2019

Per descrivere in chiave moderna l’accidia, il termine sensation seeking appare il più adatto. Siamo immersi nella sensation seeking: la ricerca di sensazioni, incitati dalle frenetiche e instabili mutazioni culturali e tecnologiche così incalzanti da non consentire pause, pena l’esclusione. […]

Tutti efficienti dal lunedì al venerdì e tutti sensation seeker il sabato notte. In giacca e cravatta o in eleganti tauller di inverno e legati ad un elastico per gettarsi nel vuoto durante un fantastico Ferragosto esotico in preda al demone del bungee jumping (che è sempre meglio del bungee drinking nostrano).

Certo, dice Tonino Cntelmi, psichiatra e psicoterapeuta, potremmo utilizzare categorie morali per giudicare e inevitabilmente condannare inorriditi (magari con un po' d’invidia) oppure usare categorie relative alla salute: l’uso di alcool e di sostanze, troppo precoce e troppo pervasivo, espone i cervelli in fase di sviluppo degli adolescenti e non pochi rischi oppure l’eccessiva efficienza, rapidità e produttività durante la settimana ci spinge a sopprimere le nostre emozioni facendoci diventare alessitimici, altro modo per descrivere il vuoto emotivo dell’accidioso che si impone di non sentire, per poi spingersi verso la dissociazione con il boom di emozioni forti del fine settimana. Ognuno si dissocia come vuole. In fondo c’è chi lo fa con facebook, chi con la ricerca esasperata di bellezza artificiale, chi con movide locali e squallidi tour alcolici, chi con il sesso. Ma tutta questa ricerca esasperata di euforia asrtificiale, di eccesso di emozioni, di superamento dei limiti del piacere, proprio non ci interroga per nulla?

Dal libro “La società dell’accidia”, Cap. I, di Carmela Abbruzzo.

Ed. Sant'Antonio 2019, autrice Carmela Abruzzo