06/12/2016

Educazione sessuale sfida da raccogliere

Fonte: Roma Sette del 4/12/2016

Si all’educazione sessuale. Così dice Papa Francesco nell’Amoris Laetitia (280-286), sdoganando un tema delicato e controverso, sul quale molte famiglie hanno avuto non poche difficoltà con le tante scuole che hanno promosso corsi per l’educazione sessuale per lo più centrati sul “sesso sicuro”. Infatti Papa Francesco è ben consapevole di questo rischio:  “sesso sicuro”, “proteggersi”, sono espressioni che  “trasmettono un atteggiamento negativo verso la naturale finalità procreativa della sessualità, come se un eventuale figlio fosse un nemico dal quale doversi proteggere. Così si promuove l’aggressività narcisistica invece dell’accoglienza. È irresponsabile ogni invito agli adolescenti a giocare con i loro corpi e i loro desideri, come se avessero la maturità, i valori, l’impegno reciproco e gli obiettivi propri del matrimonio. Così li si incoraggia allegramente ad utilizzare l’altra persona come oggetto di esperienze per compensare carenze e grandi limiti. E’ importante invece insegnare un percorso sulle diverse espressioni dell’amore, sulla cura reciproca, sulla tenerezza rispettosa, sulla comunicazione ricca di senso. Tutto questo, infatti, prepara ad un dono di sé integro e generoso che si esprimerà, dopo un impegno pubblico, nell’offerta dei corpi. L’unione sessuale nel matrimonio apparirà così come segno di un impegno totalizzante, arricchito da tutto il cammino precedente” (AL 283). Lunga citazione ma necessaria. A conferma della preoccupazione del Papa potremmo infatti presentare un mucchio di studi che dimostrano alcune evidenze sconcertatnti: nei paesi dove l’educazione sessuale è obbligatoria le malattie sessualmente trasmissibili sono più diffuse, aumentala  precocizzazione impropria della sessualità e non si riducono le gravidanze precoci né i comportamenti problematici associati (uso di alcolici e di cannabis). Insomma, così come è proposta l’educazione sessuale non funziona. Ecco l’appello del Papa: sì all’educazione sessuale, ma raccogliamo la sfida, anzi proponiamo una autentica educazione sessuale. Infatti “dovremmo domandarci se le nostre istituzioni educative hanno assunto questa sfida. È difficile pensare l’educazione sessuale in un’epoca in cui si tende a banalizzare e impoverire la sessualità. Si potrebbe intenderla solo nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione. In tal modo il linguaggio della sessualità non si vede tristemente impoverito, ma illuminato. L’impulso sessuale può essere coltivato in un percorso di conoscenza di sé e nello sviluppo di una capacità di dominio di sé, che possano aiutare a far emergere capacità preziose di gioia e di incontro amoroso” (AL 280). Questo in definitiva significa che su questo tema non possiamo più nasconderci: “chi parla oggi di queste cose? Chi è capace di prendere sul serio i giovani? Chi li aiuta a prepararsi seriamente per un amore grande e generoso? “ (AL 284). Ecco, noi, famiglie e comunità cristiane.