26/09/2012

Ordinariato Militare: Assisi, 24 Settembre Convegno Nazionale dei Cappellani

Fonte:http://www.ordinariato.it notizia del 24/09/2012 –   La prima relazione dell’incontro nazionale dei cappellani, dal tema “Comunione e persona”, è stata tenuta dal prof. Tonino Cantelmi “La virtualizzazione è la forma massima di ambiguità, perché consente il superamento di vincoli e di confronti… La liquidità dell’identità, con tutte le sue conseguenze, non aumenta il senso di felicità dell’uomo contemporaneo”

La prima relazione del convegno nazionale dei cappellani militari è stata tenuta dal prof. Tonino Cantelmi Fonte: http://www.ordinariato.it La prima relazione dell’incontro nazionale dei cappellani, dal tema “Comunione e persona”, è stata tenuta dal prof. Tonino Cantelmi, Presidente dell’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. “Nell’epoca di Facebook, l’identità si virtualizza, come anche le emozioni, l’amore e l’amicizia. La virtualizzazione è la forma massima di ambiguità, perché consente il superamento di vincoli e di confronti, aprendo a dimensioni narcisistiche prepotenti. Eppure qualcosa non funziona. Lo avvertiamo dall’incremento del disagio psichico, dal sempre più pressante senso di smarrimento dell’uomo liquido, dalla ricerca affannosa di vie brevi per la felicità, dal malessere diffuso. La liquidità dell’identità, con tutte le sue conseguenze, non aumenta il senso di felicità dell’uomo contemporaneo”: con queste parole il prof. Cantelmi ha tratteggiato l’odierna post-modernità. “Alcuni studi sul benessere – ha spiegato il relatore – fanno osservare che la felicità non è correlata con l’incremento delle possibilità di scelta dell’uomo ma dal possedere un “criterio” per scegliere, cioè dall’avere un progetto, delle idee, una identità. Mentre la liquidità è sostanzialmente  rinuncia ad avere criteri. Ma questa rinuncia ha un prezzo: l’infelicità”. “Costruire dimensioni identitarie stabili e non ambigue, instaurare relazioni solide e che si dispiegano lungo progetti esistenziali che consentono l’apertura alla generatività ed all’oblatività, – ha concluso – sono ancora, in ultima analisi, l’unico orizzonte di speranza che si apre per l’uomo del terzo millennio, immerso nel cupo e doloroso paradigma della liquidità”.