10/04/2018
Psichiatria e bioetica: esiste un ruolo per lo psichiatra nelle scelte bioetiche contemporanee?
Roma 13/04/2018 – Iniziativa promossa da Suore ospedaliere Villa Rosa
Università LUMSA, Sala Giubileo - ROMA, Via di Porta Castello, 44. Ore 9.00
Guarda l'intervento del Prof. Cantelmi- Immortalità digitale
RELATORI:
9.00 - 9.30 Apertura del convegno
Saluto iniziale - Suor Anabela Carneiro - Superiora Generale Suore Ospedaliere
Saluti delle Autorità - Don Massimo Angelelli (Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute)
9.30 - 9.45 Presentazione del Convegno
Giuseppe Bersani: Criticità contemporanee della Psichiatria davanti alle sfide della Bioetica (Università La Sapienza, Roma)
9.45 - 11.00 Lezioni Magistrali
Francesco D’Agostino (Università Tor Vergata, Roma) Psichiatria e Bioetica: un rapporto controverso
P. Gonzalo Miranda (Università Pontificia Regina Apostolorum, Roma) La Bioetica tra Teoria e Prassi
11.00 Coffee-break
11.30 - 13.30 Relazioni: La Psichiatria tra clinica e legislazione dav anti allescelte sul fine vita: esiste il rischio di una sottostimadell’influenza di condizioni psicopatologicheregredibili?
Moderatori:
Giuseppe Bersani (Università La Sapienza, Roma)
Giampaolo Perna (Casa di Cura Villa San Benedetto Menni, Albese con Cassano, Como)
Luigi Janiri: La depressione come possibile fattore di influenzamentodelle scelte del fine vita. (Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma)
Giuseppe Bersani: I viaggi della disperazione: quale voce dello psichiatra davanti al suicidio assistito? (Università La Sapienza, Roma)
Tonino Cantelmi: La morte in rete, tra psicopatologia e negazione. (Università Europea, Roma)
Angela Iannitelli: Riflessioni psicoanalitiche sulla morte nella clinica del presente(Università dell’Aquila e Società Psicoanalitica Italiana)
Raffaella Rinaldi: Lo spazio deontologico e la responsabilità del medico davanti alle scelte di fine vita di persona con psicopatologia. (Università La Sapienza, Roma)
13.30 – 14 .30 Pausa pranzo
14. 30 Tavola Roton: daIl medico tra scienza e coscienza, tra deontologia e responsabilità davanti alle scelte del fine vita alla luce della legge 219 del 22/12/2017
Moderatori:
Paola Binetti (Università Campus Biomedico, Roma)
Stefano Ferracuti (Università La Sapienza, Roma)
Partecipanti:
Letizia Golfieri (Procura della Repubblica di Roma)
Angela Basile (Università Tor Vergata, Roma)
Stefania Cerino (Casa di Cura Villa Rosa, Viterbo)
Alessandro Valchera (Casa di Cura Villa San Giuseppe, Ascoli Piceno)
16 . 30 Chiusura del Convegno
Razionale del Convegno
Il momento storico attuale in Italia è caratterizzato dal crescente rilievo assunto nella opinione pubblica e nella cultura politica da parte di tematiche inerenti la sfera delle decisioni etiche. Alcune problematiche inerenti aspetti fondamentali dell’esistenza umana quali, in modo esemplificativo ma emblematico, quelle relative a modalità di gestione dell’origine e della fine della vita, hanno assunto un peso di grande rilevanza nel dibattito culturale, anche in rapporto a sviluppi già attuati o possibili del quadro legislativo di riferimento.Si tratta di un dibattito che coinvolge direttamente la figura del medico, connotando in senso strettamente bioetico la complessità delle problematiche in atto. Ma il riferimento all’aspetto medico di queste comporta di necessità la valutazione della “salute mentale” come condizione ineludibile alla base di ogni fondamentale scelta etica. A questo riguardo, quindi, l’opinione dello psichiatra dovrebbe essere chiamata a dirimere alcune potenziali criticità, quale, prima tra tutte, quella sulla reale “libertà di scelta” del soggetto che esprime una decisione connotabile in senso bioetico. In altri termini, la voce dello psichiatra non dovrebbe essere chiamata ad esprimere direttamente un giudizio etico, ruolo questo che non le compete e che rig uarda la sfera del libero arbitrio di ogni singolo individuo, bensì a valutare che tale libertà di scelta sia appunto conservata nel momento della sua espressione, non influenzata od inficiata da condizioni di natura psicopatologica. Ma la realtà è che molto spesso, invece, l’opinione dello psichiatra non è ricercata, nella tacita assunzione che la scelta dell’individuo possegga un valore primario, indipendentemente dal suo stato di salute mentale o da condizioni che possano influenzarne decisioni e condotte anche in senso a lui stesso negativo.
Ė evidente che tutte le problematiche che ricadono nell’area del “fine vita” rispondono pienamente a tale criticità, anche se altre problematiche relative alla gestione dell’inizio e delle prime età della vita ricadono anche esse nella potenziale competenza dello psichiatra, o comunque degli esperti della salute mentale in senso generale. Obiettivo del convegno è quindi quello di stimolare una riflessione culturale, prima ancora che clinica, sulle criticità bioetiche a cui la competenza dello psichiatra può apportare il suo contributo, di fatto oggi spesso non ricercato e non offerto, allo scopo non tanto di orientare la singola scelta individuale ma per garantirne anzi una più piena libertà e consapevolezza.