27/08/2018

L'amore appassionato nei vissuti famigliari

Barzio 28/07/2018/ XI Convegno sulla Famiglia. Promosso da professionisti che aderiscono all’Associazione psicologi e psichiatri cattolici e dedicato alla memoria di Gianni Bassi

Amore erotico nella coppia. Il primo punto da chiarire, riguarda lo stretto rapporto tra sessualità e fisicità, affettività, capacità cognitive, relazionali, influenze culturali, sociali, valori di riferimento. Pertanto è stato evidenziato che ridurre la sessualità al “fare sesso” porta alla frantumazione dell’integralità della persona e favorisce lo sviluppo incompleto delle potenzialità umane. La sessualità, inoltre, deve essere parte integrante dell’amare che richiede il coraggio di vivere i sentimenti, la capacità di coinvolgersi in modo profondo e autentico, la dilatazione della propria intimità per accogliere l’altro anche negli aspetti meno simili e accettarne i difetti, la rinuncia alla prevaricazione e il riconoscimento delle ambivalenze, quali per esempio, la vicinanza/lontananza, la tenerezza/asprezza, la dipendenza/autonomia. L’amore comprende la dimensione della concretezza, del prendersi cura reciprocamente, aprirsi e disporsi al cambiamento di sé e dell’altro, protendere verso una comunicazione veritiera, comprensibile e rispettosa della dignità e sensibilità altrui.
Nella concretezza è inclusa l’affettività fisica che, dal punto di vista cristiano, è un elemento caratterizzante l’amore coniugale, fecondo biologicamente, psicologicamente e spiritualmente: «L’insegnamento ufficiale della Chiesa non ha mai rifiutato l’eros come tale, ma ha dichiarato guerra al suo stravolgimento distruttore, poiché la falsa divinizzazione dell’eros, lo priva della sua dignità e lo disumanizza» (AL 147). Questo non impedisce di tacere che nel cristianesimo ci siano stati esagerazioni e malsani ascetismi, e non impedisce di ammettere le difficoltà e i ritardi nell’inserimento delle te-matiche sessuali nei cammini di catechesi (ivi). Gli ostacoli, unitamente alla chiarezza dell’insegnamento, possono costituire le tracce da trasformare in strade luminose per la realizzazione della pienezza umana, immaginata e desiderata dalle persone e sicuramente in sintonia con il Creatore. L’“intima unione” tra i coniugi deve essere considerata come il cuore della relazione matrimoniale e la radice della sua santità (Gaudium et Spes 48). Questo mutuo donarsi in un’unione sempre più vera nel-le diverse stagioni della vita e nella fedeltà, costituisce non solo il cardine della relazione matrimoniale, ma anche il luogo originale per i coniugi dell’esperienza stessa di Dio.
La coppia, durante il suo cammino, incontra difficoltà e problemi, come: diminuzioni del desiderio, infedeltà, nuove situazioni aperte dal mondo digitale, derive della manipolazione e della violenza. Una delle molteplici cause dell’infedeltà, è l’incrinatura della sintonia sessuale che può verificarsi, per esempio: a) dopo la nascita di un figlio; b) per patologie fisiche; c) per problematiche psicologiche (rielaborazione della propria identità psico-sessuale; trasformazioni da accettare; passaggi dalla giovinezza alla maturità; anzianità, ecc.); d) per una sopraggiunta indisponibilità al rapporto sessuale, che può essere anche uno strumento di vendetta a seguito di tradimenti, oppure una forma di punizione per le delusioni delle aspettative, per la noia, perché la sessualità è sganciata dalla creatività, dalla giocosi-tà, dalla curiosità di conoscersi ed esplorarsi con rispetto e tenerezza, dal cercare l’altro nella dinamica eterna di chi desidera amare ed essere amato. È stato osservato in merito, che l’amore coniugale può comportare sia un “sacrificio della carne” (quando si assolve con amore al “debito coniugale”, fino al caso estremo del matrimonio non-consumato che può comportare la dichiarazione di nullità del sacra-mento); sia un “sacrificio del piacere”, quando una serie di cause oggettive impongono proprio l’esercizio della castità contro derive onanistiche e di sesso mercenario (una castità che è una virtù va-levole per tutti, per quanto attuabile in forme diverse).
La coppia, che di fronte alla crisi sceglie di affrontarle per restare insieme, deve porsi domande e aprirsi al confronto. È possibile esprimere i propri vissuti intimi negativi senza rischiare di rovinare tut-to? Cosa dire e come dirlo? Quali parole, gesti, orizzonti aiutano a riannodare il contatto fisico? Come e con chi restaurare il progetto della vita comune, supportare la speranza di riconciliarsi e intravedere il futuro come sviluppo del passato e del presente?

Manipolazione e violenza. Sono delle degenerazioni legate alla sessualità quando vissuta parzialmente, che mette al centro il Sé orientato a soddisfare i bisogni fisici e i desideri solo individuali. Il terreno di coltura della violenza è la manipolazione dell’altro (spesso celata). La manipolazione poggia sulla capacità di falsificare la realtà con astuta credibilità ed è un processo sia psicologico sia comunicativo. Nei manipolatori e nei violenti, si riscontra uno sviluppo deficitario della personalità con aspetti narcisistici, antisociali, paranoidi e borderline, tra cui: a) la manipolazione come prevalente o unica forma di relazione; b) il bisogno di potere; c) il bisogno di controllo; d) la sopraffazione dell’altro per affermare la propria identità.  
I comportamenti più ricorrenti del manipolatore sono: a) far sentire l’altro in colpa; b) criticare distruttivamente ciò che l’altro fa o pensa, con l’intento di indebolirlo/ferirlo; c) negare i fatti che la vittima ricorda bene al fine di difendersi, fino a far dubitare l’altro di se stesso; d) attribuire le responsa-bilità agli altri o alle situazioni esterne. Perché si attui la manipolazione, è necessario che ci sia una vittima, la quale, generalmente: a) ha difficoltà a riconoscersi vittima; b) presenta un basso livello di au-tostima; c) è dipendente a livello affettivo; d) ha bisogno di approvazione/gratificazione; e) è molto influenzabile/impressionabile.

L’amore al tempo del web. L’utilizzo sempre più esteso e capillare del digitale, ingloba anche i rapporti affettivi della coppia. Ci sono persone che tacitano la paura di un’autentica intimità, il timore di un impegno affettivo sul lungo periodo e la riluttanza ad assumersi responsabilità, vivendo il rap-porto quasi totalmente nel digitale, che diviene così un surrogato virtuale del bisogno di avere una re-lazione affettiva.
Inoltre, è piuttosto diffusa la tendenza a rendere pubblico il privato, a divulgare ogni aspetto della propria vita sentimentale e sessuale, spesso senza soffermarsi a riflettere quali conseguenze possa avere sulla relazione e senza chiedersi se tutto ciò possa interessare alle persone con cui si è in contatto, considerando che la maggior parte sono poco più che estranei. Infine, la facilità delle connessioni in rete sembra rafforzare la tendenza a comunicare in modo frettoloso e sincopato, dove si ha una produzione eccessiva di messaggi difficilmente decodificabili, suscettibili di molteplici interpretazioni, con poco contenuto emotivo e affettivo.
I rischi e l’uso inappropriato non devono portare a rifuggire la rete, che deve essere vissuta come parte integrante della vita con le stesse influenze, opportunità e rischi del mondo reale. Il mondo digitale è un ambiente che contribuisce alla formazione dell’identità personale, allena alle relazioni, apre alla partecipazione, all’informazione e alla conoscenza, ecc.; ma può essere anche un ambiente in cui perdersi, chiudersi, immobilizzarsi nella superficialità e scivolare nella patologia. Non esistono filtri in grado di proteggere completamente gli internauti, così come non esistono campane di vetro sotto cui mettersi per difendersi dai pericoli della vita. Ciascuno ha la responsabilità di acculturarsi e, in una prospettiva educativa, gli adulti devono estendere il loro ruolo formativo anche alla rete, diventando “educatori digitali”. L’obiettivo è riuscire a creare le condizioni per un utilizzo responsabile del web, come evidenziato nell’enciclica Laudato si’: «le dinamiche dei media e del mondo digitale, quando diventano onnipresenti, non favoriscono lo sviluppo di una capacità di vivere con sapienza, di pensare in profondità, di amare con generosità […] Questo ci richiede uno sforzo affinché tali mezzi si traducano in un nuovo sviluppo culturale dell’umanità e non in un deterioramento della sua ricchezza più profonda» (n. 47).

L’educazione affettivo-sessuale. I termini “affettività” e “sessualità”, dovrebbero costituire un bi-nomio inscindibile per tutta la vita, perché una sessualità esaudente, matura e responsabile, non può realizzarsi disgiunta dall’amore. L’aspetto affettivo-sessuale dell’impegno educativo, è quello che crea maggiori difficoltà ai genitori; pertanto, molti chiedono agli “esperti” (pediatri, psicologi, insegnanti, educatori, professionisti della salute, ecc.) di affrontare questi argomenti. Nella realtà, spesso, neppure la soluzione della delega li tranquillizza, soprattutto in ambito scolastico; sia quando gli argomenti sono affrontati direttamente dai docenti, sia all’interno di progetti che prevedono interventi di specialisti esterni. È auspicabile allora che tutti quelli che si occupano di educazione, abbiano la volontà e la pos-sibilità di dialogare per elaborare “linee guida educative affettivo-sessuali” condivise e coerenti con i propri valori culturali, morali e religiosi. Le tre domande che i genitori pongono maggiormente sono: quando? cosa? come?

a) “Quando iniziare ad affrontare temi sessuali?”. Quando i bambini pongono le domande: questo è il segnale che è il tempo giusto per integrare la sessualità nel loro sviluppo psicofisico, affettivo e relazionale. Quindi non bisogna anticipare o rimandare. Vietato prendere/perdere tempo (“Aspetta che torni il papà o la mamma”, “Ti rispondo domani, ora ho da fare”; “Sono cose da grandi, difficili da spiegare”!). Meglio prepararsi prima, confrontarsi con il coniuge e gli educatori, leggere libri, visionare cartoni animati e filmati. Questo vale anche per i parenti (nonni, zii, ecc.), che dovrebbero concordare le risposte con i genitori.
b) “Cosa dire?”. La verità, includendo sempre gli aspetti scientifici e affettivi. Evitare racconti fan-tasiosi come quelli usati in passato, sebbene magari aggiornati (dalle cicogne ai robottini!). Certi temi come il concepimento e il parto, devono sicuramente essere affrontati più volte e in età diverse, con spiegazioni adattate al livello di sviluppo raggiunto dai bambini.
c) “Come, quali espressioni usare?”. Utilizzare un linguaggio comprensibile. La comunicazione deve avvenire con naturalezza e affettività. Una possibile strategia è iniziare a chiedere ai bambini cosa sanno o cosa immaginano; in particolare, quando abbiamo la sensazione che certe informazioni sia-no nate da scambi con coetanei. Inoltre, bisogna prestare attenzione ai loro vissuti: quando fanno do-mande sono imbarazzati? hanno vergogna? sono curiosi? vogliono provocarci e metterci in difficoltà?

È importante, in ambito educativo, puntare sulla positività. Alcuni professionisti concentrano i loro interventi sui problemi, sui rischi, sul sesso sicuro per evitare gravidanze e malattie trasmissibili, ecc., lasciando in secondo piano gli aspetti affettivo-relazionali e l’importanza dell’onestà, sincerità, tene-rezza, parole e gesti. L’educazione sessuale coinvolge non solamente gli aspetti fisici, ma anche affet-tivi, cognitivi, relazionali, sociali, morali e spirituali. Per questo sarebbe opportuno che gli argomenti, quando affrontati in ambito scolastico, siano trattati almeno da due docenti/esperti alla volta, in modo da dare una visione della complessità della sfera sessuale.
Bisogna: a) conoscere e rispettare le emozioni e i sentimenti propri e altrui; b) esprimere liberamen-te i propri punti di vista; c) dare dei limiti a sé e agli altri; d) riconoscere i punti di forza e le debolezze in modo paritario; e) interiorizzare il senso del pudore e il rispetto per la propria e altrui privacy. L’educazione al pudore non riguarda solamente l’aspetto fisico, anche se è quello a cui si pensa subi-to, poiché esso tocca le emozioni, i sentimenti, i pensieri, le aspirazioni e la spiritualità. Il pudore pro-tegge varie intimità dell’Io, che resteranno celate anche alle persone che più amiamo, poiché appartengono alle profondità dell’essere umano. Il pudore è: vigilanza e difesa della dignità dell’uomo e dell’amore autentico, prudenza dell’eros, virtù della pudicizia, temperanza delle passioni.

Epilogo teologico. L’amore umano è un riflesso e partecipazione dell’amore di Dio, sia in se stesso (amore trinitario) sia fuori di sé (l’atto d’amore con cui Dio crea il mondo). L’amore umano è l’amore che l’uomo ridona a Dio, e che, al pari dell’amore divino, deve essere gratuito e fecondo e abbracciare l’interezza della persona in tutte le sue componenti fisiche, sentimentali, relazionali. Quale più grande “amore appassionato” ha conosciuto l’uomo in terra se non quello testimoniato da Gesù, che ha amato proprio tutti (non senza condannare ipocrisie e peccati), che ha soccorso proprio gli ultimi, che ha liberato ognuno (non ci sono più padroni da servire perché siamo tutti fratelli; non ci sono più cose da servire altrimenti ci rendiamo schiavi degli idoli)? Certo l’amore umano, in quanto “pas-sione”, comporta dei limiti intrinseci alla nostra costitutiva fragilità (anche varia benevolenza può nascondere egoismo, scarico di coscienza, fare qualcosa solo per sentirci bene, ecc.!), eppure, tutto possiamo calibrare e vivere correttamente guardano alla Croce di Cristo, mirabile e perfetta unione di sacrificio/patimento (“Passione”) e di Amore, culmine di donatività, offerta di corpo e di anima, esempio di perdono, porta della Redenzione.

Principali riferimenti bibliografici emersi nel Convegno: G. BASSI − R. ZAMBURLIN, L’intimità nel rapporto di coppia, Paoline, Milano 2012; Id., La dialettica dell’amore, Paoline, Milano 2017; BENEDETTO XVI, Deus caritas est; G. CHIMIRRI, Psicologia del piacere e mistica dell’eros, OM, Bologna 2015; CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Orientamenti educativi sull’amore umano; U. GALIMBERTI, Le cose dell’amore, Fel-trinelli, Milano 2013; F. HADJADJ, Mistica della carne, Medusa, Milano 2009; L. MORTARI, La sapienza del cuore, Cortina, Milano 2017; M.C. NUSSBAUM, L’intelligenza delle emozioni, Il Mulino, Bologna 2004; R. SEMPLICI, Gra-zie, permesso, scusa, Paoline, Milano 2014; P. ZIMBARDO, L’effetto Lucifero, Cortina, Milano 2008.