05/06/2025

L’uomo smarrito

Conclusioni del libro di Angela Fedele

Le conclusioni de L’uomo smarrito sono un vibrante appello al recupero dell’autenticità relazionale in un mondo dominato dalla connessione digitale, ma impoverito dal vero incontro. Angela Fedele, intrecciando sapientemente le riflessioni di Martin Buber, Emmanuel Levinas e Tonino Cantelmi, ci guida nella comprensione della crisi antropologica odierna: la relazione umana si è smarrita, dissolta nella tecnomediazione e nell’Io narcisistico della società postmoderna.

Cantelmi, con la sua teoria della “tecnoliquidità”, descrive un uomo sempre più solo, depresso, incapace di pronunciare il “Tu” che fonda la relazione autentica. Ma proprio in questa fragilità esplode l’irriducibile bisogno dell’altro: “l’incontro con l’altro da sé” è esigenza fondante, terapeutica, salvifica.

Il testo culmina in una visione di speranza e responsabilità: dalla catastrofe relazionale può rinascere un’umanità nuova, capace di guardarsi negli occhi e dirsi “ti amo”. Il volto dell’altro – come insegna Levinas – ci chiama, ci interpella, ci salva. Ed è qui che Fedele riconosce la profonda affinità con l’opera di Cantelmi: nella riscoperta del sacro dell’umano, nella resistenza all’eclissi di Dio, nell’urgenza di un’etica nuova, fondata sul dialogo, sull’alterità e sull’Oltre.

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