10/07/2019

Fine vita: associazioni cattoliche, “Parlamento eserciti propria funzione legislativa”

Fonte: Agenzia SIR del 10/07/2019

Documento in pdf presentato alla Camera dei Deputati il 30/05/2019

“In vista dell’imminente decisione della Corte Costituzionale sul tema del fine vita, chiediamo che il Parlamento, consapevole delle proprie responsabilità istituzionali, eserciti pienamente e tempestivamente la propria funzione legislativa in materia”. Si apre così il comunicato stampa congiunto di Associazione Scienza & Vita, Forum delle associazioni familiari, Movimento per la vita, Associazione medici cattolici italiani, Forum associazioni socio-sanitarie, Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici, appena diffuso. “Spronati a dare il nostro fattivo contributo” alla “costruzione di una rinnovata convivenza civile improntata sul profondo rispetto di ciascun essere umano, soprattutto se debole e vulnerabile”, riconosciamo che “ciascuna vita umana individuale è un bene in se stessa, al di là delle circostanze che di fatto segnano la sua parabola esistenziale; la peculiare dignità umana che contraddistingue ogni singola persona, dal primo istante della sua esistenza fino alla morte, accomuna la famiglia umana e ci rende tutti uguali in valore”. Di conseguenza ogni essere umano ha “il dovere morale di prendersi cura della vita e salute propria e altrui, in un clima di solidale reciprocità”. In caso di malattia, prosegue il testo, la persona che sperimenta “vulnerabilità” ha diritto “a non rimanere sola col proprio carico umano”, ma deve ricevere dalla comunità “ogni aiuto necessario per curare la malattia e lenire la sofferenza, in nome del legame di solidarietà e comunanza coessenziale al nostro stesso “essere umani”.

ARTICOLO ORIGINALE

 

NOTIZIA RIPRESA DA:

 

Fonte: Avvenire del 10 luglio 2019

Il documento. Le associazioni cattoliche: una legge che dica no all'eutanasia

Un forte richiamo al Parlamento, perché legiferi tenendo presente che "ciascuna vita individuale è un bene in se stessa"

Un documento su fine vita, firmato dalle principali associazioni cattoliche impegnate sui temi della bioetica, dal Forum delle associazioni familiari a Scienza & Vita, dal Movimento per la vita alle Associazioni italiana Psicologi e Psichiatri cattolici. In vista dell'imminente decisione della Corte Costituzionale, la nota si rivolge al Parlamento, affinché eserciti la propria funzione legislativa. Tenendo presente alcuni criteri fondamentali: la vita umana è un bene in se stessa, e per non lasciare i malati alle loro sofferenze occorre implementare maggiormente le cure palliative, cos' come sancito dalla legge del 2010. No alla logica dello scarto, scrivono le associazioni, e di conseguenza rifiuto di "ogni atto di eutanasia".

Di seguito il testo integrale del documento

1. In vista dell'imminente decisione della Corte Costituzionale sul tema del fine vita, chiediamo che il Parlamento, consapevole delle proprie responsabilità istituzionali, eserciti pienamente e tempestivamente la propria funzione legislativa in materia. Dal canto nostro, desideriamo riaffermare brevemente il nostro convincimento, in nome del quale ci sentiamo spronati a dare il nostro fattivo contributo nella società attuale, per la costruzione di una rinnovata convivenza civile improntata sul profondo rispetto di ciascun essere umano, soprattutto se debole e vulnerabile.

2. Riconosciamo che ciascuna vita umana individuale è un bene in se stessa, al di là delle circostanze che di fatto segnano la sua parabola esistenziale; la peculiare dignità umana che contraddistingue ogni singola persona, dal primo istante della sua esistenza fino alla morte, accomuna la famiglia umana e ci rende tutti uguali in valore.

Riconosciamo, di conseguenza, che per ogni essere umano sussiste il dovere morale di prendersi cura della vita e salute propria e altrui, in un clima di solidale reciprocità.

3. Abbiamo piena consapevolezza del fatto che, talora, malattia e sofferenza irrompono in modo inarrestabile nel nostro cammino, "ferendo" in profondità la nostra storia personale e ponendo sulle nostre spalle pesi estremamente gravosi. Siamo convinti che, specialmente in tali circostanze, la persona che sperimenta "vulnerabilità" abbia diritto a non rimanere sola col proprio carico umano, ma debba ricevere dalla comunità (nella misura delle responsabilità proprie di ciascun ruolo) ogni aiuto necessario per curare la malattia e lenire la sofferenza, in nome del legame di solidarietà e comunanza coessenziale al nostro stesso "essere umani".

4. Consideriamo che, pur giovandosi di un continuo ed auspicabile progresso, la medicina attuale applicata ai casi clinici concreti talora mostri dei limiti insuperabili in ordine alla guarigione; in tali casi, con convinzione piena, riteniamo doveroso per il medico astenersi dall'insistenza in trattamenti che, di fatto, si dimostrassero clinicamente inefficaci o sproporzionati.

5. In particolare, desideriamo richiamare e rilanciare l'urgente esigenza di aumentare sforzi e risorse per una maggiore implementazione delle cure palliative, in grado di assicurarne l'effettiva fruibilità su tutto il territorio nazionale per le persone che ne hanno necessità, come del resto sancito dalla legge 38/2010. 

 

La malattia, il dolore e la sofferenza, nella loro cruda e gravosa realtà, esigono una risposta autenticamente "umana", costruita sull'amore

 

6. Con altrettanta convinzione, nella nostra società spesso connotata da forme di utilitarismo ed efficientismo, rifiutiamo senza tentennamenti ogni "logica di scarto" tendente a considerare le persone insolubilmente segnate dalla malattia o da altre vulnerabilità (età avanzata, disabilità, patologie psichiatriche, ecc…) come una sorta di "peso infruttuoso" per la comunità, tanto da ritenere opportuno ridurre (o addirittura annullare) risorse ed ausilii a loro vantaggio, a prescindere dai loro effettivi bisogni.

7. Alla luce di ciò, desideriamo infine esprimere congiuntamente il nostro più fermo rifiuto di ogni atto di eutanasia, in tutte le sue forme e modalità, ovvero di ogni scelta intenzionale e diretta finalizzata ad anticipare la morte allo scopo di interrompere ogni sofferenza. Siamo infatti convinti che la malattia, il dolore e la sofferenza, nella loro cruda e gravosa realtà, esigano una risposta autenticamente "umana", costruita sull'amore, sulla condivisione e sul servizio, oltre che sull'ausilio della migliore medicina; mai esse meritano di ricevere come risposta la sbrigativa e fuorviante violenza dell'eutanasia, umanamente falsa, lesiva dell'integrità della vita e offensiva della dignità umana.

8. Guardiamo con estremo favore alla recente presa di posizione pubblica da parte delle Federazioni degli Ordini dei medici e degli Infermieri, che considerano il proprio coinvolgimento in eventuali pratiche eutanasiche in piena ed inaccettabile contraddizione con le finalità e i valori originari dell'arte medica, espressi e confermati nei vigenti codici deontologici di categoria. Guardiamo con uguale favore ad altre iniziative e prese di posizione che condividano la nostra prospettiva valoriale.

9. Auspichiamo pertanto che una simile violazione della vita umana, quale è l'eutanasia, non debba mai trovare avallo e giustificazione nell'ordinamento giuridico del nostro Paese.

A tale proposito, fin da ora invitiamo le persone che fossero interessate all'evento del prossimo 11 settembre, a Roma, per una giornata di riflessione e approfondimento di queste tematiche (maggiori dettagli verranno diffusi quanto prima).

FIRME

Associazione Scienza & Vita

Forum delle Associazioni Familiari

Movimento per la vita

Associazione Medici Cattolici Italiani

Forum Associazioni Socio-Sanitarie

Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici

 

ARTICOLO ORIGINALE

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Fonte: ROMASette del 10 luglio 2019

Dalle associazioni cattoliche un fermo no a ogni atto di eutanasia

Le sigle attive in ambito familiare e socio-sanitario firmano un documento congiunto sul fine vita, in vista dell'imminente pronunciamento della Corte costituzionale

di Redazione Online

«Desideriamo riaffermare brevemente il nostro convincimento, in nome del quale ci sentiamo spronati a dare il nostro fattivo contributo nella società attuale, per la costruzione di una rinnovata convivenza civile improntata sul profondo rispetto di ciascun essere umano, soprattutto se debole e vulnerabile». Inizia così il documento congiunto firmato oggi, 10 luglio, da Scienza&Vita, Forum famiglie, Movimento per la vita, Associazione medici cattolici italiani, Forum associazioni socio-sanitarie e Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici. Al primo punto, la richiesta al Parlamento di esercitare «pienamente e tempestivamente» la propria funzione legislativa in materia, in vista dell’imminente decisione della Corte Costituzionale sul tema del fine vita.

«Ciascuna vita umana individuale – scrivono ancora i responsabili delle associazioni – è un bene in se stessa, al di là delle circostanze che di fatto segnano la sua parabola esistenziale; la peculiare dignità umana che contraddistingue ogni singola persona, dal primo istante della sua esistenza fino alla morte, accomuna la famiglia umana e ci rende tutti uguali in valore». La conseguenza: «Riconosciamo che per ogni essere umano sussiste il dovere morale di prendersi cura della vita e salute propria e altrui, in un clima di solidale reciprocità». Anche quando malattia e sofferenza «irrompono in modo inarrestabile nel nostro cammino, “ferendo” in profondità la nostra storia personale. Siamo convinti che, specialmente in tali circostanze – si legge nel testo -, la persona che sperimenta “vulnerabilità” abbia diritto a non rimanere sola col proprio carico umano, ma debba ricevere dalla comunità (nella misura delle responsabilità proprie di ciascun ruolo) ogni aiuto necessario per curare la malattia e lenire la sofferenza, in nome del legame di solidarietà e comunanza coessenziale al nostro stesso “essere umani”».

Ancora, un punto a parte è dedicato al dovere medico di «astenersi dall’insistenza in trattamenti che, di fatto, si dimostrassero clinicamente inefficaci o sproporzionati», pure a fronte di un «continuo e auspicabile progresso», laddove la medicina attuale mostra i suoi «limiti insuperabili» applicata ai casi clinici concreti. «In particolare, desideriamo richiamare e rilanciare l’urgente esigenza di aumentare sforzi e risorse per una maggiore implementazione delle cure palliative, in grado di assicurarne l’effettiva fruibilità su tutto il territorio nazionale per le persone che ne hanno necessità», come sancito dai dispositivi di legge.

Fermo il rifiuto, da parte delle associazioni, verso «ogni “logica di scarto” tendente a considerare le persone insolubilmente segnate dalla malattia o da altre vulnerabilità (età avanzata, disabilità, patologie psichiatriche, ecc…) come una sorta di “peso infruttuoso” per la comunità, tanto da ritenere opportuno ridurre (o addirittura annullare) risorse ed ausilii a loro vantaggio, a prescindere dai loro effettivi bisogni». Alla luce di tutto questo, nel documento si esprime anche il «più fermo rifiuto di ogni atto di eutanasia, in tutte le sue forme e modalità, ovvero di ogni scelta intenzionale e diretta finalizzata ad anticipare la morte allo scopo di interrompere ogni sofferenza. Siamo infatti convinti – scrivono i responsabili delle associazioni firmatarie – che la malattia, il dolore e la sofferenza, nella loro cruda e gravosa realtà, esigano una risposta autenticamente “umana”, costruita sull’amore, sulla condivisione e sul servizio, oltre che sull’ausilio della migliore medicina; mai esse meritano di ricevere come risposta la sbrigativa e fuorviante violenza dell’eutanasia, umanamente falsa, lesiva dell’integrità della vita e offensiva della dignità umana».

Inevitabile il guardare «con estremo favore» alla recente presa di posizione pubblica da parte delle Federazioni degli Ordini dei medici e degli Infermieri, «che considerano il proprio coinvolgimento in eventuali pratiche eutanasiche in piena e inaccettabile contraddizione con le finalità e i valori originari dell’arte medica, espressi e confermati nei vigenti codici deontologici di categoria». Similmente, «guardiamo con uguale favore ad altre iniziative e prese di posizione che condividano la nostra prospettiva valoriale». Da ultimo, l’auspicio che «una simile violazione della vita umana, quale è l’eutanasia, non debba mai trovare avallo e giustificazione nell’ordinamento giuridico del nostro Paese».

In conclusione, a tutte le persone che fossero interessate viene rivolto l’invito a una giornata di riflessione e approfondimento su queste tematiche in programma per il prossimo 11 settembre a Roma. «Maggiori dettagli – assicurano – verranno diffusi quanto prima».

ARTICOLO ORIGINALE

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Fonte: CEInews del 10 luglio 2019

Eutanasia. Don Maffeis: vita, bene indisponibile

 

Don Ivan Maffeis, sottosegretario della CEI e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, nella newsletter settimanale rilancia l’appello al Parlamento affinché “eserciti pienamente e tempestivamente la propria funzione legislativa in materia del fine vita”. Ecco il testo della sua riflessione.


Un appello al Parlamento perché, evitando di lasciarsela sottrarre dalla Corte Costituzionale, “eserciti pienamente e tempestivamente la propria funzione legislativa in materia del fine vita”. A firmarlo in maniera unitaria sono l’Associazione Scienza & Vita, il Forum delle Associazioni Familiari, il Movimento per la vita, l’Associazione Medici Cattolici Italiani, il Forum Associazioni Socio-Sanitarie, l’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici. 

Il bene indisponibile della vita rimane tale anche quando irrompono la malattia, la sofferenza e la paura: tali condizioni, ribadisce il testo, chiedono di non abbandonare la persona a una solitudine disperante, assicurandole ogni aiuto necessario per la cura e il sollievo. Ne è parte l’impegno per una cultura nella quale la morte procurata non possa vestirsi da atto terapeutico o da gesto benefico; una cultura che sul crinale del dolore e della sofferenza offra ancora lo spessore di risposte autenticamente umane.

ARTICOLO ORIGINALE