27/06/2018

Non contestatori ma indifferenti

Fonte: RomaSette del 24 Giugno 2018 - Rubrica a cura di Tonino Cantelmi

In una recente intervista all’Agenzia Sir, don Michele Falabretti, direttore del Servizio Cei per la pastorale giovanile, a proposito del prossimo Sinodo sui (e con) i giovani, ha dichiarato con estremo coraggio che «ai giovani interessa (molto) sentirsi presi sul serio, ascoltati. È passata da tempo la generazione dei contestatori: forse i giovani si sono stancati di adulti capaci di assorbire e digerire tutto. Il muro di gomma che ha caratterizzato molti atteggiamenti e parole degli adulti nei decenni scorsi, ha provocato un disagio che rimane sommerso: ormai i giovani tendono ad andarsene per strade tutte loro senza preavvisi, sussurri, proteste. Se ne vanno e basta, lasciandoci (noi adulti) alle nostre tabelle, indagini statistiche o alle nostre convinzioni su come va il mondo o su dove dovrebbe andare». In altri termini la situazione si potrebbe definire così: giovani non contestatori, forse piuttosto indifferenti perché delusi da adulti “muro di gomma”. Sul tema dei giovani e dell’indifferenza è tornato Papa Francesco nel recentissimo messaggio per la prossima Giornata missionaria mondiale. «La periferia più desolata dell’umanità bisognosa di Cristo è l’indifferenza verso la fede», scrive Francesco, e aggiunge che «gli estremi confini della terra» per i giovani oggi «sono molto relativi e sempre facilmente navigabili: il mondo digitale, le reti sociali, che ci pervadono e attraversano, stemperano confini, cancellano margini e distanze, riducono le differenze. Sembra tutto a portata di mano, tutto così vicino ed immediato». Eppure «senza il dono coinvolgente delle nostre vite, potremo avere miriadi di contatti ma non saremo mai immersi in una vera comunione di vita». Un dono che tanti giovani manifestano con il «volontariato missionario», una «forma per servire i più piccoli», «promuovendo la dignità umana e testimoniando la gioia di amare e di essere cristiani». Riflessioni che riportano ancora una volta alla necessità di adulti autentici, coinvolgenti, credibili, capaci di battere il mondo digitale e le sue illusioni. È davvero interessante questa riflessione, se pensiamo che, a proposito di discernimento e giovani (tema centrale nel prossimo Sinodo), già Francesco ha scritto nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate: «Al giorno d’oggi l’attitudine al discernimento è diventata particolarmente necessaria. Infatti la vita attuale offre enormi possibilità di azione e di distrazione e il mondo le presenta come se fossero tutte valide e buone. Tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante. È possibile navigare su due o tre schermi simultaneamente e interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali. Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento» (GE 167).