06/05/2021

Povertà vitale, l'altra ferita del Covid

Fonte: Avvenire del 6 maggio 2021

Un manifesto per la salute e il benessere mentale è  la proposta del panel sul disagio emozionale nel periodo pandemico al Convegno nazionale della Pastorale della Salute. Stando agli specialisti chiamati dal direttore don Massimo Angelelli, abbiamo preso coscienza -troppo, per la sovraesposizione mediatica dei vari esperti con messaggi contraddittori' che hanno generato una "infodemia" della pandemia sanitaria e sociale, ma nessuno ha calcolato gli effetti di questi 15 mesi di traumi dovute a chiusure, lutti, distanziamenti e licenziamenti su minori e adulti, su famiglie, anziani e sul personale curante. Un lato oscuro che l'Ufficio Cei ha definito «povertà vitale» e che, stando ai dati, si può quantificare in Italia in almeno 250 mila malati psichici che si aggiungono agli 800 mila già presenti. Ciascuno degli intervenuti, docenti universitari di psichiatria o psicoterapeuti, ha formulato una proposta. Partendo da bambini e adolescenti, i grandi dimenticati secondo Stefano Vicari, neuropsichiatra infantile del Bambino Gesù, che vanno messi al centro di nuovi modelli cooperativi tra famiglie, sistema scolastico e sistema sociale.
Secondo Daniele La Barbera, direttore dell'unità di Psichiatria del Policlinico di Palermo, per
contrastare gli effetti ancora sconosciuti del "long Covid" nell'età adulta, che ha provocato disturbi alla sfera cognitiva e problemi psicologici ai pazienti guariti, occorrono maggiori risorse. Ma il Recovery plan non ne prevede per la salute mentale. In famiglia secondo Luigi Janiri, direttore dell'unità di Psichiatria del Gemelli, bisogna ricostruire i rapporti con tre "r": resilienza, ricostruzione e ripristino. L'insurrezione digitale, secondo Tonino Cantelrni, dopo la rivoluzione tecnologica del lavoro, della scuola e della vita sociale che stiamo vivendo, può essere un'occasione - come chiede la "Fratelli tutti" per uscirne tutti insieme. E se, come ha confermato Maurizio Pompili, responsabile del Servizio per la prevenzione del suicidio, nel mondo i suicidi non sono aumentati, non bisogna abbassare la guardia e puntare sulla prevenzione.
Infine Alberto Siracusano, direttore di Medicina dei sistemi di Tor Vergata, chiede non solo di aumentare le risorse ma anche di ripartire da formazione ed educazione.