06/07/2009

Presentazione della proposta di LEGGE sull'assistenza psichiatrica - 26.06.2009

Nel convegno organizzato nell’ambito della fiera internazionale Sanit 2009, un gruppo di medici e studiosi, coordinato da Tonino Cantelmi, ha articolato le sue proposte: è da evitare il ritorno a luoghi di emarginazione, ma occorrono più posti letto per le emergenze, strutture per le degenze lunghe, somministrazione obbligatoria di terapie anche a domicilio o in piccole comunità.. presentazione della Proposta di legge

Nel convegno organizzato nell’ambito della fiera internazionale Sanit 2009, conclusasi il 26 giugno 2009  a Roma, un gruppo di medici e studiosi, coordinato da Tonino Cantelmi, ha articolato le sue proposte: è da evitare il ritorno a luoghi di emarginazione, ma occorrono più posti letto per le emergenze, strutture per le degenze lunghe, somministrazione obbligatoria di terapie anche a domicilio o in piccole comunità, centri di prossimità - animati da volontari - per le famiglie che hanno bisogno di aiuto, meno limitazioni all’intervento d’urgenza dei medici. Ma nel dibattito politico e scientifico non mancano le polemiche e le accuse di «ritorno al passato». Il punto è proprio questo: sottrarre la questione a guerre ideologiche, e rimettere al centro i malati e chi li assiste. Ci prova Francesco Bruno, titolare della cattedra di Scienze psichiatriche presso l’università La Sapienza di Roma: «Il bilancio della Basaglia è molto positivo per gli aspetti culturali, perché abbiamo avuto il coraggio di dichiarare che il malato di mente è un uomo». Ma, continua, ci sono aspetti negativi: «Ci siamo sganciati dal resto del mondo sulla ricerca neurobiologica, e abbiamo lasciato il malato a se stesso, facendo un danno a lui, ai suoi cari e alla sua società». La contraddizione è tutta in una frase: «Li abbiamo tolti dai manicomi per mandarli in carcere». E anche quando non si trovano in galera, ma in ospedale, la vita non è facile: «Con le norme attuali, non possiamo nemmeno chiudere le porte del reparto in cui sono ricoverati, saremmo accusati di sequestro di persona. Una razionalizzazione è necessaria». «È importante – spiega Cantelmi – che su questi punti si ricompattino scienziati, famiglie e politica». Un testo-base c’è e ha come primo firmatario il deputato Pdl Carlo Ciccioli e dovrebbe arrivare alla discussione della Commissione Sanità entro luglio. Se approvata, la legge ridisegnerà le strutture psichiatriche e il trattamento sanitario obbligatorio, incrementerà la residenzialità dei pazienti psichiatrici e darà la possibilità di scegliere il trattamento sanitario ora vincolato dall'appartenenza regionale. Ogni regione dovrà assicurare negli ospedali sedi di servizi di psichiatria, e le Asl garantire un centro di ascolto e orientamento specialistico.   Spiega Ciccioli: «Non vogliamo alcuna restaurazione dei manicomi, ma, partendo dai principi della «Basaglia», inserire norme che obblighino il medico a intervenire anche in assenza del consenso del malato, allungare il trattamento sanitario obbligatorio - non per forza in ospedale - da 7 a 30 giorni, introdurre anche, per specifici casi, un obbligo di trattamento prolungato di 6 mesi rinnovabili». La proposta introdurrebbe anche il «contratto terapeutico», per cui un paziente che lucidamente dà il consenso a ricevere cure non lo può ritirare nei momenti di 'crisi'. Il punto da cui parte Ciccioli è questo: «Quale consenso alle cure può dare una persona che nella gran parte dei casi non sa di averne bisogno?». La proposta di legge fa poi perno sul fatto che gli attuali giorni di trattamento sanitario obbligatorio (sette) sarebbero insufficienti. Una situazione che fa ipotizzare a Vincenzo Rapisarda, dell’università di Catania, tre passi immediati: «Raddoppiare i posti-letto, potenziare la ricerca e assicurare la libera scelta delle strutture». Un punto, quest’ultimo, su cui battono molto le associazioni dei familiari presenti al convegno, che contestano l’obbligo di ricorrere ai presidi medici territoriali. Secondo il segretario nazionale dell’AipsiMed, dott. Enzo Spatuzzi, la strategia per il miglioramento dellʼassistenza dovrebbe fondarsi su tre punti principali: 1. nuove strutture e nuovi servizi, meglio definiti, che vadano incontro alle necessità degli utenti 2. un moderno schema legislativo in materia di assistenza psichiatrica che rispetti la legge sui diritti umani 3. investimenti adeguati Secondo l’AipsiMed sarebbe un errore considerare ciascuno di questi punti isolatamente: in mancanza di una sola di esse la riforma non potrà realizzarsi. FONTE: http://www.aipsimed.org Assistenza psichiatrica: presentazione della Proposta di legge GUARDA il video