26/03/2018

Riattivare la passione contro ogni apatia

Fonte: RomaSette del 18/03/2018 -Rubrica Pianeta giovani a cura di Tonino Cantelmi

Prendo a prestito l’incipit della rubrica “concorrente” (tratta di adolescenti!) di Alessandro D’Avenia sul Corriere della sera del 5 marzo. «Ultimo anno, cinque insufficienze nel primo trimestre. Dovrebbero preoccuparmi, ad agitarmi è invece la mancanza di passioni di mio figlio. Sembra appagato solo quando è vestito in un certo modo ed esce con gli amici. Non vuole esser bocciato, ma quando gli ho chiesto cosa vuol fare nella vita mi ha detto che non c’è niente che voglia fare, niente che lo appassioni». Sono le parole di uno dei tanti genitori amareggiati per un figlio che, alla fine del percorso scolastico, sembra non aver raggiunto il fine dell’adolescenza: elaborare la propria unicità a partire dalla conoscenza di sé, liberandosi così dalle illusioni che lo portano a sottovalutarsi o a sovrastimarsi. Il ragazzo si aggrappa a un’identità momentanea e passeggera vestendosi alla moda tra gli amici, ma non si appassiona a nulla, perché la passione, a differenza del piacere, riguarda il futuro e non il presente: la passione non si compra ma si scopre, si coltiva e spinge a entrare nel territorio incerto del possibile per realizzarsi, non a caso “passione” ha la stessa radice di “pazienza”.  ”Passione” è infatti una parola felicemente a due facce, perché indica sia il trasporto erotico sia la capacità di soffrire per qualcosa. In effetti la mancanza di passione ha un risvolto sociale impressionante: infatti una sorta di cappa, composta da un misto di scoraggiamento, apatia, sfiducia e mancanza di speranza riguarda, secondo alcune ricerche recentissime, oltre 2,2 milioni di ragazzi e giovani italiani compresi fra l’età di 15 e di 29 anni. Si tratta dei Neet – Not in Education, Employment or Training – ovvero giovani che non cercano lavoro, non studiano, non fanno alcuna attività, non si formano e non combattono: un esercito di ragazzi senza speranza, senza forza e senza voce. Ma come riattivare la passione? Ecco un tema per adulti, genitori, educatori, preti e insegnanti. D’Avenia conclude così: «Senza soffrire per il bello del mondo non troveremo mai nulla di bello da fare al mondo». Io penso che per riattivare i giovani– senza–passione–apatici occorra che essi stessi vedano gli adulti capaci di soffrire per il bello del mondo e perciò capaci di farlo bello. Il punto, a mio parere tragico, è che noi adulti continuiamo a costruire un mondo brutto, pieno di spinte narcisistiche, autoreferenziali, distruttive e violente. E perché mai i giovani dovrebbero appassionarsi ad un mondo così brutto? Se guardiamo all’irresponsabilità della politica, con le sue promesse mirabolanti e truffaldine, o all’incapacità di tanti genitori di “vedere” i reali bisogni dei propri figli oscurati dai propri bisogni, oppure alle proposte di modelli che emergono da serie televisive altrettanto irresponsabili come “Gomorra” o “Riccanza”, autentici inni alla violenza o al danaro senza limiti, insomma se guardiamo a ciò che offriamo noi adulti, forse possiamo capire l’apatia dei nostri figli.