15/06/2018

Si apre col Sinodo una sfida epocale

Fonte: RomaSette del 10/06/2018

Dal 3 al 28 ottobre si svolgerà a Roma l’assemblea del Sinodo dei vescovi sul tema “I giovani, la fede ed il discernimento vocazionale”. Dunque, ci siamo. Come è noto, il Sinodo non è un evento racchiuso solo in quei giorni: tutto iniziò nel 2016 con l’annuncio dell’assemblea e con le successive consultazioni delle Chiese locali anche attraverso un questionario on line, e tutto si concluderà nel 2019 con un documento finale. Abbiamo già le risposte delle Conferenze episcopali locali al questionario contenuto nella parte finale del Documento preparatorio del Sinodo. Rossano Sala, Segretario speciale per il Sinodo, ci offre una carrellata significativa di risposte sul mensile “Vita astorale”. Alcune Conferenze episcopali denunciano senza remore che i giovani «non sono nel cuore di molti vescovi e sacerdoti»: affermazione che già in
sé rappresenta una sfida e una opportunità. Un’altra Conferenza episcopale afferma che «i giovani non sono forza lavoro, ma co–produttori di una visione condivisa». Al contrario dunque dell’affermazione precedente, qui si sottolinea il ruolo da protagonisti che occorrerebbe attribuire ai giovani, denunciando l’uso strumentale che in molti casi si fa dei ragazzi. Co–protagonisti e co–produttori di visioni: questo punto sembra cogliere impreparate le comunità locali. Già da queste due affermazioni si intravede una sfida: usiamo i giovani o siamo pronti a valorizzarli? Molte risposte al questionario evidenziano un altro punto, quello relativo qualità della proposta educativa: intrattenimento ludico– ricreativo, operatività sociale o proposta di vita?
Come armonizzare esigenze diverse in una proposta che non dimentichi di essere “movimento” interiore? Ma queste risposte trascinano con loro altre risposte, forse le più significative, cioè quelle che denunciano la necessità di abbandonare pratiche superate, che non dicono davvero nulla alle nuove generazioni, «affamate di verità» secondo una Conferenza episcopale, e puntualmente deluse da risposte obsolete e incomprensibili. Su questo punto il vuoto abissale: la gran parte delle osservazioni denunciano una povertà nella capacità di trovare linguaggi e operatività adeguate ai contesti attuali. Qualche Conferenza abbozza una proposta, che al di là delle buone intenzioni, appare molto insidiosa: «La Chiesa deve essere amica, prima che madre o insegnante». Rossano Sala poi sottolinea come molte risposte segnalino come i giovani siano sensibili alla qualità della liturgia: desiderano omelie capaci di toccare concretamente il loro cuore e soprattutto vengono in chiesa per sperimentare qualcosa che altrove non possono sperimentare. Con il Sinodo si apre una sfida epocale, ricca di significati e conseguenze, trasformare i giovani da spettatori marginali a protagonisti appassionati.