28/07/2020

Tonino Cantelmi: non fermare la ricerca

Fonte: korazym.org del 25/07/2020

Il prof. Tonino Cantelmi, psichiatra e professore di Cyberpsicologia presso l’Università Europea di Roma e presidente nazionale dell’AIPPC (Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, ha scritto in collaborazione con Valeria Carpino il libro ‘Amore tecnoliquido. L’evoluzione dei rapporti interpersonali tra social, cybersex e intelligenza artificiale’:

“Amore tecnoliquido è un viaggio tra le nuove modalità dell’essere sociale. Si è sempre più connessi, isolati dalla realtà e soli. Questa continua evoluzione riuscirà a estinguere il bisogno umano di relazioni d’amore autentiche? Nel nuovo millennio la comunicazione è immediata e tecnomediata. Il digitale ha modificato l’amicizia, le relazioni, l’amore, la sessualità…

Ma come è mutata la mente? Come si modifica l’identità? Essere connessi è sinonimo di socialità o solo di tecnosocialità? Le relazioni sono soddisfacenti? E la sessualità tecnomediata è appagante? Saranno possibili relazioni con gli umanoidi?”

Partendo da questi interrogativi del libro gli abbiamo chiesto di raccontarci in quale modo la tecnologia cambia i rapporti interpersonali: “Durante l’emergenza pandemica abbiamo sperimentato il trionfo della tecnologia digitale: tutto è stato tecnomediato, l’apprendimento, gli aperitivi, la socializzazione, il lavoro, la vita spirituale!

L’umanità ha fatto un tuffo nella rivoluzione digitale! Tuttavia il bisogno di incontrarsi autenticamente è un bisogno irrinunciabile ed ineludibile. Se non vogliamo perdere la dimensione umana saremo costretti a saper integrare i due registri: quello digitale quello reale. Nessuno vuole rinunciare ai tanti benefici della tecnologia digitale ma nessuno potrà rinunciare all’incontro personale autentico. Paradossalmente, proprio durante la pandemia, nel pieno dell’insurrezione digitale, abbiamo sperimentato la nostra algia dell’umano!”

Cosa ha provocato la pandemia nelle relazioni interpersonali?

“La pandemia ha provocato in tutti noi una crisi che lascerà tracce profonde e uno shock che non sarà facile superare. Non condivido la stucchevole retorica del ‘cambiamento in meglio’. Noi ci adatteremo allo shock provocato dalla crisi, troveremo certamente una forma di adattamento, ma non so se saremo migliori o peggiori di prima.

Diffido del ‘tecno-entusiasmo’ di chi crede di avere scoperto la tecnologia digitale come soluzione ai problemi dell’umanità. Più che essere un beneficio, questo ‘soluzionismo tecnologico’ temo possa aprire il varco ad un nuovo maleficio.

Smartworking, aperitivi online, cybersex, didattica a distanza: un eccesso di individualismo tecnomediato che rischia di compromettere le relazioni interpersonali. Invece, la vera ripartenza dopo il trauma è proprio nella ricostruzione di autentiche relazioni con gli altri, nel ricominciare a guardarsi negli occhi”.

Veniamo allora alla proposta di legge sull’omofobia, che dovrebbe essere approvata entro fine mese: quanto è difficile definire scientificamente omofobia, identità di genere, orientamento sessuale?

“Il contributo della scienza è molto vasto e direi ha aiutato profondamente a depatologizzare l’orientamento omosessuale e a restituire dignità a persone profondamente ferite da gravissimi comportamenti discriminatori e violenti. Oggi sappiamo che la scienza non ha difficoltà a considerare l’orientamento omosessuale come una variante del comportamento sessuale senza pregiudizi e senza discriminazioni”.

Con la legge Zan quale rischio corre la ricerca scientifica?

“La legge per la sua ambiguità, per la sua nebulosità, per la sua scarsa capacità di definire concetti ancora in divenire nel mondo scientifico, si presta ad equivoci. Un equivoco può riguardare la ricerca clinica. Io credo che la ricerca clinica vada esclusa da questa legge. La ricerca clinica deve avere la libertà fondamentale di fare ogni tipo di ipotesi e di verificarla.

Il rischio è che ipotesi apparentemente negative sul tema dell’orientamento sessuale e della sua espressione possano essere giudicate come un reato e bloccare completamente la ricerca scientifica. Insomma invoco un salvacondotto per la libertà della ricerca scientifica in ogni ambito. Ci sono già i codici deontologici che regolano bene la questione”.

Quale è il ruolo della psicoterapia?

“Credo che ogni sofferenza debba essere accolta e ogni sofferenza debba essere rispettata profondamente, aiutata, accompagnata e sostenuta. E’ chiaro che il principio di autodeterminazione del paziente deve essere rispettato, ma deve essere sempre rispettato, sia quando il paziente cerca aiuto per superare una condizione sia quando cerca aiuto per affrontarla secondo i suoi valori e i suoi principi.

Sul tema relativo all’orientamento sessuale io credo sia giunto il tempo del superamento di sterili contrapposizioni ideologiche. Come dice papa Francesco in ‘Amoris Laetitia’ per accogliere è necessario non giudicare e per accompagnare è necessario tanto rispetto per la persona. Si tratta dunque di valorizzare il contributo della riflessione scientifica all’interno della visione antropologica cristiana”

http://www.korazym.org/46168/tonino-cantelmi-non-fermare-la-ricerca/