30/03/2017

Uccide i due figli piccoli e poi si getta nel vuoto. Lo psichiatra Cantelmi:«Disperazione invisibile»

Fonte: Avvenire del 28 marzo 2017

L'analisi: lo psichiatra Cantelmi:«Disperazione invisibile»

Il meccanismo della disperazione “in cui solo la morte sembra salvezza. La morte come unica via d'uscita non solo personale, ma familiare. Per me e per chi dipende da me” Sono ancora pochi gli elementi per spiegare, e cercare di comprendere, cosa sia avvenuto nella mente del padre di Trento che ha ucciso i suoi due figli piccoli e poi s'è gettato in una scarpata. Un gesto apparentemente incomprensibile in una famiglia, e in una comunità, che nessun segnale aveva colto di tanta sofferenza interiore: “E invece - spiega Tonino Cantelmi. psichiatra e psicoterapeuta, presidente dell'Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Aippc) - all'origine di questi gesti estremi, prima che questo avvenga. c'è una lunga catena di dolore che non si scatena mai all’improvviso. Ci sono segnali che possono essere colti e che si incasellano nel quadro di una depressione profonda”, in questo caso probabilmente legata a problemi economici. Un fallimento, o forse semplicemente la sensazione d'un fallimento che nella figura paterna innesca immediatamente “anche un senso di responsabilità. Non sono fallito solo io. ma il mio progetto familiare e di conseguenza con me sono falliti tutti quelli che da me dipendono”.
E morire, morire tutti, in quest’ ottica patologica diventa l'unica strada possibile, “l’unica scelta che sembra aver senso”. In particolare. Continua Cantelmi “questo avviene in persone esigenti con se stesse, in vite talmente ordinate e normali da non poter destare preoccupazione”. Come dire che laddove le aspettative sono molto alte, più drammatiche possono essere anche le conseguenze dei gesti spinti dalla depressione. “Che in ogni caso resta il quadro da cui dobbiamo partire per capire un gesto simile.