09/11/2010
L'angoscia della morte e il suo significato
L’angoscia della morte è una realtà che dobbiamo affrontare tutti. Di fronte a questo problema è “normale” avere paura e diventare tristi: Cosa c’è dopo la morte? Perché proprio a me? Chi ha subito un lutto drammatico, un incidente devastante si è posto queste domande… G. Bassi e R. Zamburlin, referenti AIPPC sezione Lombardia, elaborano le idee di Drewermann che commentado il Vangelo di Marco prende come esempio la notte del Getsemani per analizzare il significato dell’angoscia di fronte alla morte.



RECENSIONE SU “COME ESSERE UN BUON CAPO” Il manager tra crisi dei valori e formazione di Mario Brambilla, Gianni Bassi e Rossana Zamburlin Ed. Paoline, Milano, 2010.
Di seguito i link all'articolo del prof. Tonino Cantelmi in tre lingue: spagnolo, inglese, francese.

Ci si chiede in diversi momenti della nostra vita per quale motivo viviamo e moriamo, chi è Dio e a cosa serve la fede... Abbiamo chiesto un parere su questo argomento al presidente dell'Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, Tonino Cantelmi.
[...] Anche la noia, che è una conseguenza della mancanza di attenzione reciproca, è nemica dell’intimità. Da ciò possono nascere i tradimenti, purtroppo molto presenti statisticamente e che dimostrano l’importanza di sapere e di mettere in pratica i fattori che favoriscono la fedeltà, valore che tutti (o quasi) vogliono. [...]
Rassegna di studi e ricerca per la normalità e la patologia
Articolo ed editoriale di Tonino Cantelmi.
"... Il paradosso della relazione terapeutica vede il terapeuta vivere e contemporaneamente osservare la relazione. La sua piena appartenenza, come osservatore privilegiato, al sistema dell’osservato, implica che egli stesso determini e venga determinato dalle emozioni e dai significati costruiti e attivati dalla relazione in atto ..."
(di Barbara Turella, Liliana Secchiaroli)

